Votare è come pulirsi il culo con i coriandoli!
Nel mese di febbraio andrà in scena la nuova kermesse del teatrino elettorale nella quale si esibiranno attori e attrici affermate e molti nuovi talenti.
Va sottolineato che negli ultimi anni il teatrino si è trasformato in uno spettacolo di burattini, i cui fili vengono tirati direttamente da Bruxelles.
Col pareggio in bilancio e i vincoli UE, infatti, chiunque verrà eletto avrà ben poca “autonomia”. Era un processo già in corso che si sta accelerando nascosto dalla trappola della crisi.
Parallelamente se ne accelerano anche altri, ovvero il sempre più forte squilibrio fra i poteri “borghesi”, con l’esecutivo che ormai legifera a colpi di decreti, e l’aumento indiscriminato della differenza tra ricchi e poveri.
Il neoliberismo è l’unica ricetta (datata 1929 e utilizzata più volte, dopo ogni crisi del capitalismo), proclamata con voce sguaiata nel PDL, rassicurante nel PD, accademica nel partito di Monti; le frattaglie arancioni sono un confuso sussurro giustizialista. Fuori dal coro abbiamo i grillini, versione italiota del populismo nell’era di internet.
Fuori dal teatrino la crisi è un cataclisma che provoca la chiusura di scuole ed ospedali, svuota le case e riempie le carceri, taglia salari, toglie diritti, violenta i territori.
Intanto Medio Oriente e Africa vengono bombardati a nostre spese, in nome della nostra democrazia e della nostra civiltà, che di superiore ha solo il conto in banca dei padroni.
E i profughi che scappano dalle nostre bombe li rinchiudiamo in Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) e li rimandiamo a morire nei loro paesi.
In questa situazione noi, che ci poniamo il problema della trasformazione dell’esistente, da decenni pensiamo che la strada della lotta vada percorsa altrove, fuori dal teatrino della rappresentanza.
Riteniamo che il percorso dell’autorganizzazione e dell’autogoverno, per quanto tortuoso, sia l’unico che valga la pena di percorrere.